martedì 12 febbraio 2013

Daniel Pennac


Se qualcuno per caso si chiedesse, se è possibile diventare scrittori dopo essere nati da una famiglia militare molto distante dal mondo della letteratura e dopo essere stati fino alla fine del liceo pessimi studenti, beh ... io posso rispondervi sì, poiché un esempio perfetto di questi canoni è il grande DANIEL PENNAC. Un autore parigino la cui fama nasce da un saggio e da moltissime opere per ragazzi, saltate fuori dopo decenni vissuti ad insegnare nelle scuole una volta ottenuta  la laurea in lettere.

IL PARADISO DEGLI ORCHI è il primo romanzo di Pennac, appartenente anche al ciclo di Benjamin Malaussène, personaggio chiave ed emblematico dello scrittore francese. Una storia fuori dal comune è raccontata all'interno di questo romanzo, una storia veramente impensabile. Si cominci già a tener conto del mestiere che svolge Benjamin, ovvero il capro espiatorio di un grande magazzino. Per chi non lo sapesse il capro espiatorio di un'attività commerciale è quella persona che convince i clienti a non sporgere reclami quando la merce vendutagli risulta scadente. Diciamo anche una figura pietosa che deve rabbonire le persone per l'immagine generale. Questa è solo una delle bizzarrie del romanzo. Ci sarà una relazione amorosa con una taccheggiatrice, l'entrata in scena di esplosioni di bombe e numerose indagini poliziesche. Tutti elementi disparati che la penna leggera di Pennac saprà farvi amare.

DIARIO DI SCUOLA è il romanzo adatto a tutte quelle persone che vorrebbero veder messi alla luce le vere questioni scolastiche della nostra epoca. Questo romanzo, seppur sia leggermente autobiografico e molti lo ritengano in minima parte pedagogico, mostra in maniera esplicita la verità sulle sensazioni e sulle situazioni vissute da uno studente pessimo e un po' tardo. Uno sguardo in primo piano che dà sfogo alle esperienze di vita che passa uno studente molto lontano dall'essere un modello. Un punto di vista non innovativo ma veritiero che racconta i retroscena che tutti vorremmo ascoltare e che i professori non potranno mai capire appieno.

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